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Categories: Economia e Finanza

YouTube risponde all’articolo 13: milioni di video verranno eliminati deliberatamente

YouTube è pronta a sganciare la bomba. Dopo quella lanciata dal Parlamento Europeo lo scorso settembre, ora anche la piattaforma multimediale è pronta ad entrare in campo con una misura shock: per difendersi dalla nuova normativa che potrebbe compromettere la sua stessa esistenza, la piattaforma di streaming più navigata al mondo si auto censurerà ed eliminerà pertanto milioni e milioni di video.

Il nuovo articolo 13 che ha ricevuto il via libera e che aspetta soltanto di diventare operativo, prevede che le piattaforme di User Generated Content (UGC) siano responsabili in prima persona dei contenuti caricati dai loro iscritti. Il che implica che se un utente carica un video illegale (per i motivi più disparati), sarà YouTube a risponderne a livello legale.

A una misura di questo genere si è opposta strenuamente anche Wikipedia, che alcuni mesi fa oscurò il portale proprio per questo motivo, ma ora a finire nel mirino è soprattutto YouTube, se non altro perché finalmente anche YouTube comincia ad attuare delle contro mosse.

Peccato però che più che un atto di ribellione, come fu invece quello di Wikipedia, il provvedimento deciso da YouTube di eliminare milioni di video rischia più che altro di giocare di difesa. E rischia soprattutto di non fare gli interessi di nessuno, se non quelli di pochi noti. Infatti a rimetterci saranno più che altro gli innumerevoli youtubers che vedranno crollare i loro piccoli o grandi imperi; oltre che la piattaforma stessa visto e considerato che se tutti dovessero darsela a gambe, a quel punto pure YouTube diverrebbe un deserto.

Insomma, questa regola decisa dai piani alti di Bruxelles rischia seriamente di trasformarsi in un boomerang per le migliaia di persone che con YouTube ci si sono costruite un lavoro, per i milioni di utenti che ritengono questo sito uno dei più popolari e interessanti al mondo, e per la piattaforma stessa che potrebbe veder crollare quelle che fino a poco tempo fa sembravano inossidabili fondamenta.

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Redazione