Per sedare la voci di divisioni interne, che stavano creando turbolenze nel mercato, il governo ha concordato di occupare due posizioni importanti che esercitano una grande influenza sull’economia: Fabrizio Palermo diventerà amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti, mentre Alessandro Rivera assumerà il ruolo di direttore generale del Dipartimento del Tesoro.
Nei giorni precedenti, Lega e Movimento Cinque Stelle erano arrivati ai ferri corti con il ministro dell’Economia Giovanni Tria a causa della delicata questione delle nomine. Il ministro ha da sempre cercato di rassicurare gli investitori sul fatto che il governo avrebbe mantenuto sotto controllo le finanze, nonostante i grandi impegni di spesa inclusi nel patto di coalizione.
Secondo le testate giornalistiche, Luigi Di Maio avrebbe chiesto le dimissioni di Tria se lo stesso non avesse fatto marcia indietro; questa situazione potenzialmente instabile aveva spinto in alto i rendimenti dei titoli di stato. Nonostante Di Maio abbia smentito tale notizia, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha presieduto ad un incontro, insieme a Di Maio e Tria, spingendoli ad accettare un compromesso, il quale ha portato alla scelta di Rivera (Tria) e di Palermo (Di Maio).
Uno dei primi problemi che Palermo dovrà risolvere è quello di sostenere economicamente la disastrata Alitalia, con entrambi i leader del governo di coalizione che suggeriscono la necessità di tale sostegno. In particolare, negli ultimi giorni, lo stesso ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Toninelli ha ribadito la volontà di trarre in salvo la compagnia al costo di nazionalizzarla. Tutto quel che c’è da fare si farà , in sostanza, pur di non lasciare che Alitalia finisca di morire (per quanto sia in leggera ripresa, la società resta comunque “decotta”).