A partire da gennaio 2019 la Banca Centrale Europea chiuderĂ definitivamente i rubinetti del Quantitative Easing.
Eâ quanto emerso da una nota ufficiale tramite la quale lâEurotower, riunitasi poche ore fa a Riga nel consueto appuntamento âfuori sedeâ, chiarisce appunto che âdopo settembre 2018, e compatibilmente ai dati in arrivo che confermino le stime di medio termine dâinflazione, il tasso mensile degli acquisti netti di titoli si ridurrĂ a 15 miliardi fino a dicembre 2018. A quel punto gli acquisti netti terminerannoâ.
Il che significa che lâistituto di Francoforte taglierĂ agli acquisti dalla fine dellâestate fino alla fine dellâanno, e che dal primo gennaio 2019 i rubinetti del Qe si chiuderanno del tutto. La tabella di marcia indicata dalla Bce è quindi piuttosto chiara. Tabella di marcia che è stata definita a seguito di una âattenta valutazione dei progressi fattiâ.
Il presidente della Bce, Mario Draghi, ha sottolineato: âSiamo pronti a rivedere i nostri strumenti di politica monetaria. Va precisato inoltre che i titoli del Qe non stanno sparendo, ma restano parte degli strumenti di politica monetaria che potrebbero tornare ad essere usati in particolari frangentiâ.
Per quanto riguarda le stime di crescita per lâEurozona, invece, le stime della Banca centrale europea battono al ribasso: dal 2,4% previsto per il 2018 si dovrebbe scendere al 2,1%, mantenendo lâ1,9% atteso per il 2019 e lâ1,7% stimato per il 2020. Stabile sempre allâ1,7% la stima dellâinflazione per il 2020.
La reazione delle Borse alle parole di Mario Draghi è a dir poco positiva: Milano ha recuperato lâ1,3%, Francoforte e Parigi lâ1,2% e Londra è salita dello 0,65%. Lo spread tra Btp e Bund si è ristretto a 235 punti base. Relativamente alle altre piazze, invece, Wall Street batte su un moderato rialzo mentre Tokyo ha chiuso la seduta con un calo dello 0,99%.