Dazi, Europa nel mirino: a rischio migliaia di posti di lavoro

Nel caso in cui si dovesse scatenare per davvero una guerra commerciale con gli Usa, già parzialmente iniziata con il varo di alcuni dazi da parte dell’amministrazione Trump sull’import di acciaio e di alluminio, per i posti di lavoro europei potrebbero arrivare tempi duri. A dirlo è Emma Marcegaglia, presidente di Business Europe, l’associazione che raduna le varie Confindustrie d’Europa.

“Mi auguro – ha detto Marcegaglia a margine di una conferenza stampa a Bruxelles – che alla fine prevalga il buon senso nella trattativa in corso tra Cecilia Malmstroem e Ross e che l’Europa porti avanti una linea di difesa, ma senza scatenare a sua volta una guerra commerciale. Innescare una battaglia di questo tipo per un’area come l’Europa che è una forte esportatrice, sarebbe a dir poco problematico”.

Se il Vecchio Continente dovesse decidere di rispondere ai dazi Usa con “la stessa moneta”, si profilerebbe una guerra dalle conseguenze “devastanti”. La ragione è semplice: in questo modo, ha spiegato Marcegaglia, “si andrebbe verso una restrizione ulteriore del mercato e il rischio a quel punto è che non ci sia sufficiente produzione per l’Europa e per i trasformatori, come noi”.

“Il momento è delicato – ha aggiunto – pertanto è importante proseguire questo percorso di crescita che ha già dato prova di esistere con la ripresa del settore siderurgico, finalmente uscito da una crisi che è durata parecchi anni”.

Bisogna però continuare a lavorare per scongiurare il pericolo dazi, anche perché già i cinesi hanno un dazio antidumping altissimo che scoraggia le esportazioni in Europa, e sulla stessa linea si sono mossi i russi, gli ucraini e gli iraniani: se adesso ci si mettono di mezzo ulteriori muri, come quello appena sollevato dagli Stati Uniti, “il rischio è che tutti i trasformatori indipendenti subiscano un gravissimo danno”. Il mercato import-export sta subendo continui contraccolpi, e l’Europa non può più fare finta di niente.

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