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Categories: Economia e Finanza

Mario Draghi sulle criptovalute: “Sono asset estremamente rischiosi”

Anche Mario Draghi, governatore della Banca Centrale Europea, si esprime sulle tanto richieste criptovalute. A Strasburgo, dinanzi al Parlamento europeo e nell’ambito di un discorso ben più ampio che riguardava crescita e inflazione nell’Eurozona, Draghi si è anche soffermato sul caso Bitcoin. Su un caso di cui si è occupato ancora molto poco ma che non poteva certo esimersi dal conoscere.

Ebbene, le considerazioni di Draghi sulle monete digitali sono fondamentalmente sovrapponibili a quelle fatte proprie dai governi di Cina e Corea del Sud, ma anche alle valutazioni provenienti dal Tesoro americano. Il governatore della Bce considera infatti il Bitcoin e tutte le criptovalute più in generale come degli asset rischiosi, maneggiabili solo ed esclusivamente da chi sa con cosa ha a che fare. Ciò che più di ogni altra cosa non convince Draghi è l’elevata volatilità che caratterizza queste monete, e quindi il fatto che l’aspetto speculativo abbia prevalso su quello prettamente monetario.

Proprio per questo Draghi ha mostrato una certa soddisfazione in merito all’atteggiamento tenuto finora dalle banche, che si sono rivelate piuttosto prudenti nei confronti delle criptovalute (o quanto meno molto più prudenti rispetto all’opinione pubblica, che invece su Bitcoin, Ethereum, Ripple e via dicendo ci si è fiondata a capofitto).

Questo dato però non può essere motivo di totale rassicurazione, perché la Bce sa molto bene che per quanto le banche provino a non entrare nel segmento e-currency, alla fine volente o nolente lo sbarco dei futures sul Bitcoin potrebbe comunque esporle alla volatilità di queste monete. Cosa fare, allora, per mettersi in guardia?

Secondo Mario Draghi v’è bisogno di rafforzare il sistema unico di vigilanza europeo, braccio destro della Bce, affinché questo possa identificare e aiutare a prevenire tutti i rischi del caso. E su questo fronte la Bce può contare sull’appoggio di diverse nazioni europee, tra cui Germania e Francia, che proprio di recente hanno sollevato il “problema” criptovalute e la necessità di un intervento nel merito.

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Redazione