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Categories: Economia e Finanza

Mutui ipotecari: addio ai finanziamenti al 100%

In tempi di crisi non solo è difficile ottenere ormai un mutuo casa al 100% del suo valore, ma persino all’80%. Lo rivela uno studio della Banca d’Italia che ha condotto un Sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia. Come al solito i sondaggi arrivano a conferma di tendenze sui mutui già in atto.

Dallo studio emerge che le banche, di questi tempi, finanziano in genere fino ad un massimo del 66,9% del valore dell’immobile. Va meglio nel nordo-ovest dove il rapporto tra prestito e valore dell’immobile segna il 68,1%, mentre va peggio nel centro dove la quota scende addirittura al 61,7%.

Nel dettaglio e nel nord-ovest la quota maggiore si registra nelle aree non urbane anzichè in quelle urbane. Nelle prime tale rapporto segna il 71,3%, il valore più alto registrato in Italia, mentre nelle aree urbane registra solo il 63,7%. Nel nord-est la quota oscilla senza grandi variazioni tra il 65 e il 66%, mentre al centro la percentuale in prestito sul valore dell’immobile si ferma al 64,7% con ribassi fino al 61,7%. Nel sud e nelle isole invece la quota mostra invece una media del 67,5%.

E’ evidente che, in tempi di crisi finanziaria, le banche sono restie a far credito e tali valori, forse, andrebbero maggiormente tarati al ribasso, ipotizzando anche che molti istituti ormai non concedono più del 50% del valore dell’immobile. Gli stessi tassi dei mutui tendono a premiare chi richiede un finanziamento entro tale valore, prevedendo invece dei leggeri aumenti (sebbene di qualche punto base in più) per i mutui eccedenti tale quota.

Non vi è dubbio che l’abbassamento della quota di prestito concedibile sul valore dell’immobile rappresenti un ulteriore elemento di freno nelle compravendite di case. Non è un caso che la quota di acquisti di abitazioni effettuata con accensione di un mutuo ipotecario abbia continuato a scendere, collocandosi al 63,7 % (da 67,1 nel terzo trimestre 2011). Il calo ha riguardato soprattutto le aree urbane (63,9% dal precedente 72,3%).

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Redazione